La famiglia Leopardi inizia la coltivazione della vite ad uso vinicolo già nel 1500, così come attestato da numerosi documenti conservati nella biblioteca storica come il libretto di M. Bidet, stampato a Venezia nel 1757, che è un “Trattato sopra la coltivazione delle viti, del modo di fare i vini e di governarli” e, soprattutto, dall’esistenza delle antiche cantine che occupano il pianterreno del palazzo.
E’ proprio in questo periodo che Andrea Bacci, medico di Papa Sisto V, scrive: “… i vini più schietti bianchi e neri, producono i colli verso levante e mezzogiorno di
Recanati…” a testimonianza della nascente notorietà
della qualità dei vini marchigiani
La coltivazione delle uve, unitamente alla produzione
dell’olio, ha ben rappresentato l’essenza di un mondo rurale
che a Giacomo Leopardi, il più illustre rappresentante della famiglia, stava molto a cuore.
Le antiche cantine, così come conosciute dal poeta, furono
utilizzate con continuità per la produzione e la vendita dei
vini dell’azienda fino al 1997, quando le nuove disposizioni
comunitarie e la volontà di introdurre più moderne tecniche
di vinificazione hanno suggerito l’opportunità di realizzare
un nuovo stabilimento enologico.